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	imparare ad imparare >> Ottimizzare l'apprendimento
	Sentiero nel bosco: è importante che ognuno, anche nell'apprendere, trovi e segua la propria strada

Se facciamo finta di poter insegnare qualsiasi cosa a chiunque, scopriremo dov'è che questo non è (ancora) vero.
Ma se pensiamo che quando qualcuno non impara, questo significa che non è possibile insegnargli nulla, nessuno si darà mai nemmeno la pena di tentare.
Nel secolo scorso era risaputo che l'uomo non potesse volare.
Poi, quando gli aeroplani entrarono a far parte della vita di tutti i giorni, la maggior parte delle persone non pensava che fosse possibile mandare un uomo sulla luna.
Se si assume un atteggiamento per cui tutto è possibile, si scoprirà che tante cose che prima erano ritenute impossibili diventano poi possibilissime (1 - Nota! Per leggere i riferimenti bibliografici, cliccare sul numero linkato - Un ulteriore click sul numero o sul nome degli autori nella finestra che si aprirà collegherà alla citazione completa del volume in bibliografia).

Come si impara?
Tutto dipende da che cosa si vuole imparare.

Per chiarire la questione, può essere utile fare riferimento allo schema di Dilts sui livelli di organizzazione della nostra "mente" (cfr. modello). Questi sono:

Ciò che pensiamo del mondo
Ciò che pensiamo di noi (la nostra identità)
Ciò che riteniamo giusto e sbagliato (i nostri valori e le nostre convinzioni)
Ciò che sappiamo fare (le nostre capacità)
Ciò che facciamo effettivamente (le nostre azioni)
L'ambiente in cui viviamo.

Eccetto l'ultima componente dell'elenco, tutte le altre sono parte di noi stessi, di ciò che Jung chiamava il nostro sé (2), e sono in qualche misura frutto di apprendimento.

Il nostro modello di mondo, ad esempio, si origina, secondo Bateson, in seguito alle specifiche procedure di rinforzo, di assenza di rinforzo o di inibizione forniteci dal nostro ambiente e dai genitori in risposta ai nostri comportamenti nelle prime fasi di vita. Così, nota Bateson, se persone per noi significative erano solite premiare la nostra creatività, è probabile che cresceremo pensando che il mondo sia un posto che offre un gran numero di scelte. Se invece l'ambiente di vita o i nostri genitori inibivano tutti i nostri comportamenti che non fossero rispondenti alle loro caratteristiche o aspettative, penseremo del mondo come a un luogo lugubre, tetro, pericoloso e dominato da un ferreo destino (3)).
Ovviamente la nostra idea di mondo è correlata con l'idea che abbiamo di noi stessi. Nel primo caso dell'esempio tenderemo a pensare di noi come di persone attive e libere (e ci comporteremo di conseguenza). Nel secondo caso penseremo di poter fare ben poco per cambiare la nostra vita e assumeremo, di conseguenza, un atteggiamento passivo (3). La nostra identità si costruisce tuttavia anche tramite processi di modellamento. Imitiamo cioè nel loro essere le persone per noi significative, di cui abbiamo in noi memoria in scene "archetipiche", originarie (che possono essere state effettivamente vissute così come le ricordiamo o derivare da una sintesi simbolica di esperienze passate). Non è raro sentire una persona affermare: "Non volevo che succedesse, ma mi sto comportando proprio come mio padre (o mia madre)". Questa involontaria ripetizione di comportamenti propri delle persone per noi importanti sembra avvenire quando specifiche situazioni risvegliano in noi quelle scene originarie e ci inducono ad identificarci con l'uno o con l'altro personaggio della scena a seconda o del comportamento effettivo delle persone con cui stiamo interagendo o di altri fattori attivanti (ad esempio il raggiungimento di una certa età) del tutto al di fuori del nostro controllo cosciente (4).
Già i filosofi dell'antichità derivavano la morale dall'ontologia (lo studio sulla natura del mondo) e dall'antropologia (lo studio dell'uomo). Anche noi traiamo le nostre convinzioni su ciò che è giusto o è sbagliato dalle nostre convinzioni sul mondo e su di noi. Può capitare che i tre livelli non siano molto coerenti tra loro (ben poche persone possono dire di avere un sé totalmente integrato). Tuttavia un certo grado di allineamento tra mondo, sé e valori si riscontrerà nella maggior parte delle persone (5).
Le capacità (quello che sappiamo fare) si apprendono tramite la ripetizione di specifiche sequenze di azione finché queste, automatizzate, calano a livello inconscio e possono essere messe in atto senza alcun intervento del controllo cosciente. Questo è il modo tramite il quale impariamo ad andare in bicicletta o a ballare, ma anche a fare schemi, a tradurre un brano, ad elaborare progetti, o a compiere altre attività "mentali" (6).
Quanto infine a ciò che viene solitamente inteso come "apprendimento", ovvero il fatto imparare specifici contenuti, esso costituisce solo la punta dell'iceberg di processi di apprendimento che ho appena elencato (7) e deve primariamente la sua efficacia alle capacità che sappiamo mettere in gioco nel memorizzare, richiamare alla coscienza e presentare ad altre persone ciò che ci è chiesto di sapere.

Il processo di apprendimento può svolgersi con scarsa fluidità a ciascuno di questi livelli e, a ciascuno di essi, richiede forme di intervento specifiche per poter essere migliorato.

Sandro De Toni - Via del Santellone, 39 - 25080 - Molinetto di Mazzano [BS] -