Bel giro "per famiglie" tra natura e cultura.
Consente di esplorare l'ambiente modellato dai miei antenati di parte
friulana (gli
abitanti di Chiaulis di secoli fa) per dare risposta alle loro esigenze
primarie. Istruttivo il confronto tra zone (ancora) coltivate e zone
abbandonate: il territorio come "metafora" dell'adattamento di una
comunità al suo ambiente e come indicatore dello "stato di
salute" della comunità
e dell'ambiente.
L'itinerario, ad anello, può essere suddiviso in
più
tappe e percorso in occasioni diverse.
Si parte dalla piazza di Chiaulis, il parcheggio del paese.
Di qui, tre alternative.
a) Si sale per strada asfaltata fino al primo stavolo che si incontra
sulla destra. Poco prima, a dx della strada, si stacca uno stretto
sentiero. Lo si imbocca e si prosegue in costa fino a
pervenire a un primo gruppo di stavoli ("
Aì das Cjasotas"
- "Posto dei casotti"? - devo chiedere lumi) (10'). Sempre per
sentiero, si aggira un dosso e si perviene a "
Pramanon" (casa e
stavolo
di Teresa Della Schiava - Il toponimo è per me
intraducibile: solo il lemma "
pra" - "prato" è forse
riconoscibile) (5'). Proseguendo lungo il sentiero, si entra nella
valle del "
Riu das Viits" ("Rio delle Viti"?), si passa un
ponticello e
si giunge alla bella costiera di "
Cuesta di Vints" ("Costa dei
Venti"?), con stavoli delle famiglie Candussio e Zozzoli (10'). Dal
primo stavolo si scende alla strada provinciale e per questa in breve
allo stavolo di "
Pramanon" (proprietarie le mie zie Ennia De
Toni ed Elda De Crignis) (5') (tot. 30').
b) Dalla piazza, lungo i tornanti della strada di accesso al paese fino
alla
provinciale, si svolta in dir. "Paularo" e si giunge in breve a "
Pramanon"
(20').
c) Dalla piazza si entra in paese, si segue il selciato in discesa
fino ad arrivare in vista della chiesa, si raggiunge la piazzetta
antistante la facciata e si scende lungo il sentiero sottostante (che
costeggia a sx un rio inforrato, lo "
Sgjafok"- luogo
dello "
scjafoion" - "ingozzamento-soffocamento"? - e che evolve
presto in strada). Per esso, sotto i prati "
dai Orts" ("degli
Orti") e
davanti al cimitero fino alla provinciale (bivio per Chiaulis a sx). Di
qui come per l'it. b (20').
Da "
Pramanon" si (ri)percorre la provinciale verso valle
(Tolmezzo) -
(unico tratto trafficato e poco interessante), si supera la galleria
paramassi e il successivo ponte (vista sugli stavoli "
da Pala" -
"della
Pala" - propr. Della Schiava) e, al primo
bivio a sx (dir. "Lovea") si imbocca la vecchia strada in discesa che
porta al "
Puint da Gleeria" ("Ponte del Greto"), costeggiando il
"
Riu
dai Mulins" (Rio dei Mulini) (20'). Si può arrivare al ponte
anche scendendo il sentiero "
Dal Crist", una ripida traccia per
impavidi che scende lungo lo sperone boscoso sulla sx orografica del
Rio e che si imbocca inoltradosi per una ventina di m. sulla sterrata
all'uscita della galleria paramassi (per esperti).
Oltrepassato il ponte, si gira a dx e si sale verso Lovea fino a una
sterrata che si diparte a sx ed entra nel letto del "
Riu da Luviea"
("Rio di Lovea"), meglio non al 1° imbocco, ma al 2° (dopo un
tornante). Si segue la sterrata fino alla seconda briglia. Poco
più sopra si taglia verso sx il letto del torrente e si
raggiunge una traccia che sale la parete boscosa. Per essa,
prestando attenzione in un punto di frana (pass. delicato), con alcuni
tornanti si giunge in loc. "
Mingui" ("?"), presso lo stavolo d
Checo Del
Linz (20') (tot. 40'). Bella vista sul versante opposto della valle e
sui vari
paesi accoccolati sull'ampio versante del monte Tersadia.
Si può arrivare ai "
Mingui" anche salendo direttamente
dal ponte
(traccia a sx, sotto masso erratico: si attraversa il Rio, si segue la
traccia fino agli stavoli "
da Gleeria", si perde la traccia im
mezzo
all'erba, si rimonta uno sperone prima erboso e poi boscoso sopra gli
stavoli e per esso ai "
Mingui") (20') (tot. 40') o, da "
Pramanon,
stavolo di Ennia De Toni,
scendendo per traccia sotto la strada, ampio sentiero
(vecchia mulattiera di collegamento tra Chiaulis e "
Cuesta di Vints"),
al
primo bivio a sx per ripido sentiero scavato nella roccia che conduce a
un'abitazione isolata e disabitata ("
Aì dal Pecol" -
"Luogo del Costone ripido" - di proprietà di Ettore De
Crignis) e al greto del Chiarsò. Qui una volta c'era una
passerella (se non c'è, non si passa). Oltrepassatala, un bel
sentiero a tornanti porta ai "
Mingui", nei pressi di una delle
due
teleferiche che servono i prati. Giuntivi, si prosegue in piano verso
dx incontrando prima lo stavolo di proprietà di Pietro e Lina
Candussio e poi lo stavolo Del Linz (sentiero inerbato) (tot 30').
Per tornare a valle, meglio seguire il sentiero migliore, il primo
descritto, puntando alla seconda briglia sul Rio (10').
Giunti al ponte "
da Gleeria", si risale lungo la vecchia strada
(o lungo
il sentiero del "
Crist"), si imbocca la strada per Valle e
Rivalpo, al
ponte sul "
Riu da Val" si guarda, tra le frasche, il vecchio
mulino della nostra
famiglia (depredato di tutto il depredabile dai soliti sciacalli) e si
sale, in una natura lussureggiante, seguendo l'asfalto e passando in
rassegna la loc. "
Cuel di Miec" ("Colle di Mezzo") con stavoli
delle fam. De Toni e Candussio (attenzione a Guerrino, focoso ariete di
Raffaele ed Elisa), la loc. "
Scodac" ("?"), con stavolo di
mia
zia Ennia, e loc. "Rosa dei Venti", al bivio con la vecchia provinciale
(30') (tot. 40').
Qui si gira a destra e si segue la panoramica e poco trafficata
rotabile (la vecchia provinciale) passando il ponte sul "
Riu da Val"
(15'), la loc.
"
Cjastignareet" ("Castagneto") (5'), con resti di una "posta",
locanda per il
cambio
dei cavalli, la loc. "
Raut" (?) (5') fino a pervenire al bivio
per
Chiaulis. Si imbocca la vecchia strada e si scende alla piazza del
paese, con vista, dopo la santella, su loc. "
Cjasotas" (sulla
sx) e "
In
Som la Vila" ("In cima al paese") dopo aver superato loc. "
Aì
dal Poc" ("Luogo del pozzo") e le prime case del paese (10') (tot.
35').
Punti d'appoggio: Diversi siti segnalano le opportunità
in zona:
il ricco sito su
Paularo di Dario
Teon e il sito dell'agriturismo
Sandri,
tra Salino e Dierico. Qualche struttura ricettiva a Paularo. Forse, tra
qualche mese, si apriranno alcune case-albergo.
Comunque, se passate per Chiaulis, in via C. Percoto 9, mio zio Pietro
Candussio sarà ben lieto di mostrarvi la sua collezione di gerle
e mia zia Ennia De Toni di magnificarvi le incredibili proprietà
germinative
degli orti del paese, che producono insalata, radicchio variegato,
pomodori, cetrioli, zucchine , fagioli in
quantità (ho fatto la cura della verdura, nei giorni della mia
permanenza).