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L'Aguglia di Goloritzé da un'insolita prospettiva





Monte Oddeu
Compagni di viaggio
Cappa, Pinotti, Romanini - VII- (200 m.)
Bella e facile via su ottima roccia grigia, che in certi punti assume sfumature azzurre. Utile qualche friend medio se il 6a è il proprio limite.
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Por el pueblo oprimido
Pezzolato,  Gojak  - VII/A1 (230 m.)
Ripetuta in solitaria in una ventosa serata di inizio estate. Primi tiri sostenuti e impegnativi. Essendo da solo, non cercai la libera a tutti i costi. E feci bene: la via, in alto, fa lunghi traversi che costringono i solitari a ripetere i tiri tre volte. All'ultima lunghezza le protezioni spariscono: giova avere intuito alpinistico. In quel tratto di parete girovagai a lungo alla ricerca di soste che non c'erano, finché mi organizzai in qualche modo con un albero. Fu faticoso ripetere all'indietro il tiro (traverso su rocce rotte), mentre vorticose correnti di aria torrida trascinavano orizzontalmente il tratto di corda lasca. Forse per la disidratazione, arrivato in cima, nel vento che pareva uscire direttamente dalla fornace rossa del sole al tramonto, vidi Dio, il Dio del monte Oddeu, il monte di Dio, notoriamente chiamato così non a motivo del fatto che, in certi giorni, all'ora giusta, i bianchi campi solcati del versante Ovest si trasformano "in una parabola di luce abbacinante", come sostiene Mirko Giorgi, ma perché in certi giorni, all'ora giusta, se arrivi in cima dopo aver attraversato l'abisso, Dio, direttamente dal sole, ti spara in faccia il suo Spirito. E, se sei fortunato e non hai commesso troppi peccati, non sparisci di nuovo, questa volta per sempre, nell'abisso da cui sei appena emerso.
A parte le divagazioni mistiche, una bella via. Attenzione agli ultimi tiri: roccia instabile.
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La mia Africa
Marchi, Oviglia - VIII- (220 m.)
Bella via su roccia ottima (anche se un po' viscida nei primi tiri). Protezioni distanti nelle placche della prima parte. Riuscii a spizzichi e bocconi sul tiro di 6c+: sequenza di prese non immediatamente intuibile.
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Aguglia di Goloritzé
Sole incantatore
Oviglia e c. - VII+ (140 m.)
Via spettacolare su uno degli obelischi più belli del mondo. Difficoltà sostenute, protezioni talvolta distanziate, roccia purtroppo unta. Da ripetere, anche se Enzo Lecis mi aveva suggerito "Il soffio del Bacu" (aperta da Sandro Zizioli) secondo lui la più bella della parete. Il problema è che è anche più impegnativa. Se mai vi ritornerò...
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Commenti

Messaggio inviato l'11 ottobre 2008

Stupenda ascensione in ambiente incredibile; purtroppo, perņ, inizia a risentire delle spropositate ripetizioni... La pancia di 6c, conviene evitarla a destra su "Dolce Stil Novo", e poi rientrare a sinistra pochi metri sopra!!! Assolutamente da fare, se siete in Sardegna

Marco Abram

Ciao Marco.
Comincia a risentire?
Un eufemismo...
Sandro



Punta Giradili
Mediterraneo
Ogliengo, Oviglia, Raspo - VII+/VIII-/Ao (240 m.)
Via incredibile su roccia fantastica. Il 1° tiro è lungo: la corda, a causa delle protezioni sottostanti, non allineate, fa molto attrito: l'ultimo passaggio prima di arrivare in catena può risultare più impegnativo di quanto non sia. Protezioni buone a spit distanziati in placca e curiosamente ravvicinati nei tratti strapiombanti. Inediti problemi di chiodatura per gli apritori? A spizzichi e bocconi il tiro di 6c+. Ambiente onirico.
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Punta Cusidore
Via Legione Reale Truppe Leggere
Beber, Andreatta, Cagnati - VI+ (450 m.)
Il grado dato (più elevato di quello ufficiale) è dovuto a una mia divagazione sulla via dei Remy in corrispondenza dell'ultimo salto: tiro da terrore in diedro, protetto solo con un cordino in clessidra irriconoscibilmente sfilacciato (i ripetitori si regolino di conseguenza: utile coltellino e cordino da lasciare). Salita in tempo record (circa 3 ore). Molti i tratti facili su rocce rotte.
Al rientro ci sorbimmo una birra in un bar, colloquiando con un pastore sardo che, sorseggiando Ramazzotti a piccole dosi, ci intrattenne con la storia pre-romana e romana della Sardegna e con divagazioni sul rapporto tra tonal e nagual nella filosofia del don Juan Matus di Carlos Castaneda. Una scena chatwiniana.
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La Poltrona
Via delle divagazioni
Ignoti - VII/A1 (130 m.)
Volevo fare un giro in solitaria sulla via di Mariacher, ma (per fortuna) sbagliai linea salendo più a destra alcuni tiri in placca protetti in qualche modo con spit vecchi dall'aspetto malsano. Nella parte alta, non riuscendo a passare, fui costretto a usare le protezioni di una via ancora più a destra (da cui il nome da me liberamente attribuito all'itinerario). Esperienza da non ripetere.
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Sandro De Toni - Via del Santellone, 39 - 25080 - Molinetto di Mazzano [BS] -