Il mondo
è
[diventa]
così come viene immaginato
G. Bateson,
forse
Difficile fare video.
Voglio imparare a usare lo strumento in sostituzione almeno parziale allo scritto, che mi porta via molto tempo.
Ma è davvero un nuovo, intero mestiere da imparare.
Oltre agli argomenti, bisogna anche avere teatralità e capacità di parlare a braccio.
E farlo guadando in obliquo una scatola di metallo e plastica che risponde al nome di smartphone è una mezza impresa.
Ho provato a riprendermi nel mio studio.
Ma, proprio, non funge.
Quindi ho sperimentato lo sfondo open air: mi sento più a mio agio; ma, ancora, non è come dirlo.
Nel video qui sopra volevo presentare 2 temi:
- Il fatto che la nostra percezione del mondo, prima che il nostro pensiero, è in buona misura una nostra ri-costruzione, un mix tra oggettivo e soggettivo;
- E che quindi è necessario imparare a distinguere tra soggettivo e “oggettivo” in ciò che percepiamo.
Farlo è importante, per discernere tra treni immaginari e treni reali (specie se ti stanno piombando addosso), e tra issue (come dicono i perfidi albionesi – questioni) inventate e issue futuribili, global warming e disoccupazioni di massa inclusi.
Perché immaginare il futuro in una certa misura lo crea.
Ne è venuto fuori uno “spieghino” sulla probabilità che nevichi oggi a Brescia.
Bah…
Pazienza.
Valutate vobis.
Almeno ho fatto pratica in ripresa e montaggio.
PS – In realtà il problema non è a un ginocchio, ma al polpaccio sx.
PPS – So che di Brescia non si vede una cippa; ne tengo nota per la prossima…