WEF: l’oroscopo 2019

1. Vedo e prevedo

È di questi giorni il tradizionale appuntamento del World Economic Forum a Davos.

Per l’occasione il WEF pubblica, come ogni anno, il suo “Global Risk Report” (consultabile qui: WEF), che traccia un quadro generale delle potenziali minacce per lo più al business, e – a fortiori – per l’intera umanità per i 12 mesi a venire.

È la versione occidentale – in salsa economico-scientifica – dell’I-Ching. E, come I-Ching, spesso gli esperti consultati per la survey sulle minacce più probabili e a maggior impatto che ci aspettano ci azzeccano abbastanza. Del resto hanno informazioni da fonti di prima qualità. Sono o non sono tra gli uomini più ricchi e potenti del pianeta?

Se siete curiosi, ecco le top challenges per il 2019 secondo gli esperti WEF:

  1. Eventi climatici estremi, correlati a una debole applicazione se non addirittura a un fallimento delle politiche di mitigazione del cambiamento climatico; collasso di ecosistemi; crisi idriche;
  2. Furto di dati sensibili e attacchi informatici su larga scala, con conseguente, possibile collasso di infrastrutture e reti critiche sotto il profilo della gestione delle informazioni (internet; e, aggiungo, non solo: finanza, energia elettrica, acqua, trasporti);
  3. Elevata disoccupazione e sottoccupazione per i costanti progressi nell’applicazione dell’automazione e dell’intelligenza artificiale ai processi produttivi; marcata instabilità sociale;
  4. Conflitti tra Stati per progressivo indebolimento di un set di regole condivise per la governance concertata – regionale o globale – dei problemi;
  5. Migrazioni involontarie.

E 5 sono i principali trend problematici:

  • Cambiamento climatico;
  • Aumento della fragilità delle infrastrutture informatiche (e non solo) a motivo della loro sempre più stretta interconnessione;
  • Aumento della polarizzazione nelle società, con possibili svolte autoritarie in alcuni Paesi e gravi violazioni nel rispetto dei diritti umani;
  • Aumento nelle disparità delle condizioni di vita nelle società;
  • Rafforzamento dei c.d. nazionalismi.

Tutto questo in un contesto nel quale sarà sempre più difficile per i vari Paesi trovare risposte condivise, dato lo scenario macroeconomico che gli esperti intervistati presagiscono di crisi a motivo di:

  1. Top assoluti raggiunti a livello economico e finanziario nel 2018;
  2. Tasso di indebitamento mondiale pari al 250% del prodotto lordo globale;
  3. Aumento del tasso di interesse del dollaro, che innalzerà il rischio di sofferenze per i debiti di quei Paesi poveri che hanno accumulato passività denominate nella moneta USA.

La possibilità di una tempesta perfetta sui mercati è tutto fuorché remota.

Per l’Italia la top 10 delle potenziali tegole che si agitano sulla nostra testa è costituita da:

  1. Collasso di istituzioni finanziarie;
  2. Catastrofi naturali;
  3. Crisi di governo;
  4. Scoppio di bolle speculative;
  5. Attacchi terroristici;
  6. Attacchi informatici;
  7. Incidenti legati a pianificazione urbanistica insufficiente;
  8. Forme illecite di affari (penso intendano l’economia sommersa);
  9. Conflitti civili;
  10. Collasso di infrastrutture critiche nella gestione delle informazioni.

Per allietare ancor di più il già abbastanza angosciato lettore, il WEF aggiunge una lista di situazioni problematiche al momento solo in nuce, ma che potrebbero esplodere di qui a poco.

  1. Guerre climatiche (manipolare le precipitazioni tramite tecniche di cloud seeding sta diventando sempre più facile);
  2. Computer quantici (le attuali forme di crittografia stanno diventando obsolete e facilmente crackabili; come si farà, p.e., con i conti bancari online?)
  3. Urbanizzazione (e conseguente, ulteriore polarizzazione tra condizioni e visioni di vita e relativi sistemi di valore tra città e provincia; elevata volatilità elettorale);
  4. Accesso al cibo (le scorte alimentari da fonti agricole potrebbero essere intaccate causa eventi climatici estremi; potrebbe essere necessario tornare a forme di agricoltura di sussistenza anche in Paesi c.d. avanzati – in prospettiva, eh?);
  5. Panopticon digitale (wikipedia): le attuali tecniche pervasive di sorveglianza biometrica avanzata consentono nuove forme pressoché assolute di controllo sociale;
  6. Città senz’acqua: che cosa succederà p.e. a Brescia quando il ghiacciaio dell’Adamello finirà di sciogliersi?
  7. Conflitti per il controllo delle orbite sub-spaziali (satelliti/armamenti);
  8. L’Intelligenza Artificiale già ora è in grado di leggere le emozioni umane e di prevedere le nostre risposte emotive; se sono state manipolate campagne elettorali e diffuse fake news dirompenti con metodi molto più grezzi, che cosa potrebbe succedere in futuro?
  9. In un mondo di valori divergenti, i diritti umani possono essere apertamente violati senza conseguenze; gli eventi di questi giorni nel nostro Mediterraneo sono già qui a dimostrarlo;
  10. Le tendenze protezionistiche in ascesa possono chiamare in causa l’indipendenza delle banche centrali; non è solo un problema per speculatori e affaristi: le banche centrali hanno determinato e determinano le politiche economiche di intere aree geopolitiche; in un mondo in cui il valore della moneta è virtuale, la frantumazione delle convenzioni che sorreggono la nostra fragile impalcatura finanziaria potrebbe mandare a pezzi economie intere.

Non è uno scenario incoraggiante.

2. Think positive

Gli esperti di ipnosi sanno che immaginare il darsi di un evento che ricade sotto la mia responsabilità rende più probabile il suo realizzarsi.

Così, se dico a un bambino che corre: “Attento; cadi!“, è molto probabile che lui cada.

Allo stesso tempo, se mi immagino di ripetere movimento dopo movimento una via di arrampicata al mio limite, è molto probabile che, al vero tentativo buono, io arrivi molto in alto.

Quindi pensare a tutte le sciagure che potrebbero realizzarsi in un più o meno lontano futuro aumenta la possibilità che si verifichino.
O no?

E, per converso, se io penso che il clima si rinfrescherà e che torneremo ad avere estati calde e asciutte e inverni freddi e nevosi, di sicuro la meteo mi darà retta…

Naaah…
La parola chiave è “eventi il cui darsi ricade sotto la mia responsabilità”.
Se sono sulle rotaie e vedo un treno venirmi addosso, devo spostarmi, se voglio che non mi travolga. Pensare che mi passerà attraverso lasciandomi indenne non servirà a nulla, se non a farmi spianare con maggiore efficienza dalla motrice.

In fondo, e per certi versi, il darsi della rivoluzione proletaria preconizzata da Marx come evento necessario derivante dalle condizioni di sempre maggiore povertà dei lavoratori, sfruttati dai padroni, è stato uno dei fattori che hanno consentito al capitale di disinnescare il conflitto: così Ford con le sue auto vendute agli stessi operai che le fabbricavano, meglio pagati…

E la guerra mondiale termonucleare non è – al momento – ancora esplosa forse proprio perché le potenze mondiali si sono concesse la libertà di provare a esplorare fino in fondo come vincere una guerra simile, rendendosi conto che nessuna strategia avrebbe garantito loro una vittoria sensata …

Adesso – i geni – stanno affidando il compito (esplorare come vincere una guerra simile) all’IA. E quella, il suo compito, sa farlo proprio bene…

Mah…

3. Stiramenti

Venerdì sgambatina, giusto per far ricordare al cuore come si fa a far fatica.

Allungo finale…
Ziick, sensazione di allungamento e dolore al polpaccio sinistro; autodiagnosi: stiramento. Ormai mi sono infortunato tante di quelle volte che nel 90% dei casi so in che trauma sono incappato.

Oggi, preso nelle riflessioni di cui sopra, ho pensato che, magari, “think positive” avrebbe funzionato: “È solo un po’ di affaticamento muscolare. Un dolorino…

Sono partito per una corsetta di test. Sembrava funzionare.

Dopo 1.500 m di trotterellamento, uno zaaack, molto più severo, nella stessa posizione (dolore e muscolo duro come un sasso) mi ha fatto capire che “think pink” non aveva funzionato per niente.

Rien à faire
Il problema è capire quali pericoli futuri siano effettivi e quali no. E agire di conseguenza.
Quindi, adesso, 20 gg di stop dalla corsa. Al massimo bici.
Spero di riuscire ad arrampicare…
Altrimenti stop anche alla roccia.

Però…
Dai, mi consolo.
Sono più fortunato di Trump, Putin, Merkel, Macron, Conte, Di Maio, Salvini e compagnia cantante.

  1. I miei problemi hanno già soluzioni codificate: ghiaccio e riposo;
  2. Non devo escogitare particolari narrative da raccontare al mio polpaccio per convincerlo a guarire: decide lui;
  3. Tra 20 gg max posso tornare ad arrampicare e, forse, a correre; mentre loro passeranno da un meeting a una riunione a un tweet a una pianificazione geostrategica, tutte operazioni dagli esiti dubbi, non solo perché il mondo fa un po’ quel che gli pare, ma anche perché, come nel più scontato degli esiti del macrodilemma mondiale del prigioniero a G20 (wikipedia) in cui sono invischiati, nel tentativo di fregare (avrei dovuto usare un altro termine, eh?) l’avversario prima di essere da lui fregati, resteranno fregati loro e l’avversario (e, purtroppo, noi con loro).

Lunga vita all’arrampicata.
E all’alpinismus

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